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Archive for the ‘Mixtape’ Category

Vandali, grafomani, pittori, anime inquiete: a voi il jazz più stupendamente pacifico del 2023

28 dicembre 2023 Lascia un commento

Ho passato i pezzi dove i critici hanno raccolto gli album jazz più belli dell’anno. Ci ho fatto un’ora di selezione che vi lascio per fine anno e inizio anno nuovo. Siamo in atmosfere pacifiche, con 2-3 dischi strani che stanno tra Medio Oriente e India, poi qualche pezzo soul di Masego e Meshell Ndegeocello, poi un po’ di jazz spirituale e altre cose belle dal Sud Africa con un pezzo della splendida, meravigliosa, divina, cristallina, stellare Thandi Ntuli che improvvisa per sette minuti su uno suo vecchio pezzo intitolato Rainbow. Sono tutti album usciti nel 2023, per resettare un po’ lo spirito in questi giorni off delle feste. Ci sentiamo prestissimo con una mega chicca di writing milanese che penso sia ancora inedita!!!

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Acid jazz jazz jazzzzzzzzz…

18 dicembre 2023 Lascia un commento

Le prime volte che son stato a Londra si andava a prendere i dischi da Record & Tape Exchange: era una catena che aveva i dischi usati e uno in particolare aveva un basement con i dischi a 1 sterlina. C’erano un sacco di promo white label e si trovava l’electro boogie, perché nel 1990 era andato fuori moda e non lo voleva nessuno. Per me e molti altri, le compile più ambite erano quelle Electro della Street Sounds, l’etichetta di Morgan Khan di cui si racconta la storia in questo pezzo. Loro producevano anche altre serie importanti (per noi), ad esempio questo cofanetto Enjoy, che a Milano avevo visto solo da DJ Elektro ed era essenziale per conoscere quella roba pazzesca del primo rap fatto da Enjoy Records.

In mezzo a tanto ben di Dio, c’era anche la serie Jazz Juice, prima serie di compile del 1985 di Gilles Peterson, che poi è oggi il DJ jazz più famoso del mondo. I Jazz Juice li trovavi raramente, sempre lì nei negozi dei rimasugli fuori catalogo: si trovano qui su Doscogs e si possono ascoltare in questa playlist Spotify, per capire la sensibilità di quel momento. Il periodo 85-86 rappresentava un po’ la fine di un’era del jazz a Londra, improntata al jazz funk anni ’70, con la nascita di una nuova scena sempre jazz dance ma un po’ più moderna. C’era tanta roba brasiliana veloce, che per me era “fusion” e non capivo bene ma lì si ballava. Poi una serie di sottogeneri diversi, che erano un po’ tutti esplosi in quel periodo oltre alla cerchia dei digger duri, che erano DJ come Paul Murphy, Gilles Peterson, Chris Bangs, Patrick Forge e altri come Eddie Piller, Russ Dewbury, Baz Fe Jaz, Colin Curtis, Kev Beadle. Proprio ascoltando Chris Bangs, con un suo warm up del 1987 (qui sotto) e due mix nuovi di classiconi, mi ero messo in mente di fare un tributo ai Jazz Juice, che trovate qui di seguito.

Jazz Juice era una delle prime compile dell’onda revival nata con il rare groove, che era l’ossessione per le rarità funk di importazione che in UK era già cosa nota dall’epoca precedente del collezionismo Northern Soul. Dato che poi la gente ne voleva ma era molto difficile avere queste chicche, con Jazz Juice e simili era nata una nicchia di ristampe bootleg da digger. Era la stessa storia degli Ultimate Break & Beats di Lou Flores. Ce ne erano in giro un’infinità e lì per i peones come me si iniziava a capire i contorni delle discografie che esistevano nei giri più di elite delle liste dei dealer. Su questo mondo dei bootleg c’è la tesi di laurea di un PhD (.doc) volendo proprio approfondire bene. O banalmente andavi da Soul Jazz e Mr Bongo e Reggae Revive e Honest John e ti potevi già iniziare a prendere le ristampe venezuelane di Fania a 20 sterline e farti il viaggione con Hard Hands di Ray Barretto e Mr New York di Joe Bataan.

In quel momento poi, a causa della summer of love e arrivo della acid house, era stato battezzato l’acid jazz e nel calderone ci era finito tutto: dal soul jazz ai break Blue Note che si campionavano, funk di vario genere, rap che stava rinascendo con un’impronta più jazz, samba e bossa nova, poi dal latin più cu-bop (hard bop cubano) al boogaloo, passando per tante altre cose che si scoprono ascoltando su Mixcloud i vari DJ di quel periodo. Gruppi come Incognito, Jamiroquai, Galliano. Etichette di produzioni nuove come Talkin Loud e Acid Jazz, però a me interessava solo Beat Goes Public con quelle ristampe assurde. Ti prendevi il CD di Pucho Brown e scapocciavi per mesi.

Se a qualcuno interessa risalire alle storie di quel periodo: qui un pezzone sui 25 anni dell’acid jazz con la storia del Blue Note che era il club di Eddie Piller, qui un pezzone sull’evento Dingwalls che ancora oggi è un format fighissimo di Peterson e Forge, qui un pezzo pieno di foto di quel periodo per toccare con mano i club di quel momento in cui suonavano jazz e Public enemy mescolati insieme. Vi lascio anche un paio di gattini per gradire meglio, ascoltate i mix mi raccomandooooooooooooo…


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Eden Express: happy hour funk selection

12 dicembre 2023 Lascia un commento

Hey amigos, vi posto una selezione che ho fatto ieri nelle nebbie del Covid. Sono due orette di funky con un po’ di afro e di jazz, più disco facile e divertente. L’apertura è R&B un po’ classico New Orleans o sound Stax di Memphis. Avevo un sacco di cose interessanti da dirvi ma sto aspettando di negativizzarmi per capire quale sarà l’assetto finale del mio povero cervello… al momento siamo al randagismo, con manto stradale asfaltato in maniera molto lacunosa… ma tutto bene amigos, buon ascolto!!!

Stiamo anche cercando posti per suonare, ci sono set su set anche di scimmiette, scimpanzé, oranghi e macachi per flyer bellissimi AI based con i prompt super spaziali… BOOKKATECI!!!

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