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Archive for the ‘Parigi’ Category

Lignaggi del writing: i tris old school di Giose

14 febbraio 2024 Lascia un commento

Il mese scorso ho provato un format con il post Genealogia di uno stile: il bars’n’arrows di Spyder7. Oggi vi propongo un intervento di Giose Hell’s Vastas con un approccio un po’ diverso e molto divertente. Ecco il racconto del suo esperimento con gli alberi genealogici dell’aerosol art.

Se c’è una cosa che mi ha sempre affascinato è che nel writing non ci sono certezze. Forse è questo il segreto della sua longevità, del suo mistero che tanto ci ha attratto da ragazzini. La sua verità è un puzzle, ha tanti piccoli tasselli, non puoi sollevarla con una mano, i pezzi vanno mantenuti assieme.

Son sempre stato nel trip di capire come le storie abbiano creato ulteriori storie. Ho elaborato mie personali teorie sull’estetica del writing: lo stile estetico è la prima cosa… difficile ricordarsi di qualcuno senza stile. Allora da anni teorizzo di come Mister X, abbia preso da Mister Y, per poi conoscere Mister Z… and so on. La storia va avanti.

Discutendo con il vecchio amico editor di Pezzate passate, abbiamo pensato di provare a collegare 50 anni di storia. Magari con nomi poco citati, ma di quelli che io prediligo… gli under rated. Ho una lista enorme di nomi mai citati che hanno creato capolavori… spesso dibattuta con amici di NY, ma personale e parziale: è la base del lavoro che facciamo su Instagram con IZM (e del numero 2 di Check your head, che esce dopo 27 anni).

La prima tris di foto d’archivio sono 3 nomi legati da un percorso estetico: forme, colori e tratto. Slave, partner del più famoso Lee, un writer poco citato nel classico schema da Sussidiario che spesso ci propinano. Siamo a metà anni ’70. Un writer capace di creare incastri con un certo movimento, che poi qualche anno dopo avranno influenzato anche inconsapevolmente il pezzo celeste di Chain3 TMT del 1978, un altro maestro del flowing, un riferimento per tanti, anche lui poco citato. Il loro approccio tornerà in tanti writers successivi: Seen e Yes, per citarne due. Lo stesso flusso magico d’energia arriva a Rens di Copenhagen, un martello nei primi anni ’90. Ma l’avrei potuto collegare al mio amico Serch e a tanti altri writer pieni di talento.

Secondo set con Padre 2, siamo nel 1977, TDS crew. Poi T Kid, circa 1982, TNB crew. Terzo pezzo di Jay BBC, membro originale della crew BBC, siamo a metà anni ’90). Praticamente quel giro, diciamo Padre e Bear, ma un po’ tutti i TDS erano famosi per quelle grazie un po’ tondeggianti che chiudevano la lettera, come il serif nei font classici. Erano tipiche dei primi anni ’70, le faceva Cliff per dire. T Kid aveva preso queste grazie e le allungava: invece che fare lo stick angolare lui le faceva così. Da lì si era creata la scuola di Berlino, con queste grazie un po’ tondeggianti. Phos 4 e Odem, Amok: avevano iniziato i ricciolini con le grazie finali attingendo da T Kid e da Jay, che in quel periodo era a Berlino.

Categorie:New York, Parigi

SENS – La Chapelle

25 aprile 2020 1 commento

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Ho fatto ancora qualche prelievo dal cassetto dei ricordoni e qui vi mando un bel Bando d’annata. Ora per voi giovani che leggete, questa è storia del writing europeo. Fatemi tirare fuori gli occhiali e l’abbecedario, gessetto cattedra e lezioncina.

Muro di Stalingrad a Parigi, La Chappelle. Dentro c’era un lotto abbandonato, questa era la parete della strada, almeno io credo così. E’ la parete della copertina del libro Spraycan Art, non so se per voi è ancora importante, all’epoca si partiva praticamente da lì, 1987. In questa hall of fame girava la crema europea: TCA/CTK (Bando e Mode2) + BBC + Lokiss. Io ci ero stato nel 1987 e per poco non mi facevano tutto, Franci mega babbo writer tutti amici certo più che altro. Lì a pochi isolati c’era Ticaret, che era il negozio dei b-boy (Kangol, fibbie dorate con le lettere, laccioni, fanzine).

Di quel muro ho postato qualcosina ma dovremo provare a metter fuori altre cose. Qui il lettering del 1987, qui Jay1 e qui un grande Bando in argento. E’ molto poco, sorry. In questo muro dipingevano anche i writer di Amsterdam come Shoe che con Bando aveva formato la crew internazionale Crime Time Kings. Temibili. Il loro stile aveva determinato la scena europea. La foto di questo post è di qualche anno dopo, credo primi ’90.

Bando per me era sempre stato il top del top, io copiavo quello e i PWD mi detestavano per le toyacciate europee che idolatravo. Lui era anche uno dei bomber più hardcore. Ci sono racconti in giro, libri, non sono più storie difficili da seguire. E’ la fase prima di Paris Tonkar, quando poi da Parigi è calata la scena dei freak de merddddd, quelli senza stile che però avevano dato la base di partenza a Limone. A dire il vero erano già calati con Force Alphabetik, ma poi con il libro Paris Tonkar tutti si sono sentiti liberi di fare cose infantili de merdddddd e adddio stile.

La cosa interessante è che Bando poi era dj e collezionista. Aveva preso credo l’onda del rare groove, la storia che avevo raccontato qui su Esquire. Era il periodo delle compile di funk, stava riuscendo in antologia tutto il groove ’70, io lo seguivo religiosamente grazie ai morigeratissimi consigli di Cyrus. Ma non ero nel giro grosso delle stampe originali, ci capivo poco e un cazzo, avere due nastri di Cyrus (qui i suoi mixtape) e qualcosa del mitico Gerardo era già un sogno. Mi arrabattavo con le ristampe di seconda mano di Metropolis in viale Padova. Poi fare una selection che filava non ci riuscivo mai, troppi stili diversi, troppe cose difficili da trovare, un delirio, mettere a tempo due vinili non se ne parlava assolutamente. Oggi in due mesi sei un dj preparato e suoni roba mostruosa in 5 secondi. Fatto sta che Bando aveva un’etichetta, anche lui dietro con le compile funk che in quel momento erano il biglietto da visita dei collezionisti più forti. Pure records, le avevamo sia io che Rush: A discerning funk enthusiast is our best customer. Leggenda.

 

Poi dopo si era spostato da Parigi a NYC e aveva messo su la Desco Records. Io lo seguivo ma era già la seconda metà degli anni ’90, avevo la connessione veloce in ufficio da mio padre e comperavo online da Dustygroove a Chicago, gli Ultimate Breaks and Beats, era più facile avere la roba. Comperavo finalmente anche io dalle liste, praticamente ti mandavano sti cataloghi in fotocopia e comperavi via telefono. Aver avuto un po’ più lungimiranza ci facevi anche begli investimenti nel reggae. Bando aveva smesso di dipingere credo. Con quell’etichetta aveva prodotto roba supersonica, tutto il finto blaxploitation, il revival soul e le prime cose afrobeat, una scena riemersa in quel momento e che va ancora di bestia adesso in tutto il mondo.

Insomma sticazzi, belle storie di stile e hip hop per cui ringrazio veramente lui e la scena di Parigi. Maestri con le cinque stelle. In quel periodo le scene crescevano per anni in isolamento, i contatti non erano così immediati e quindi i flavor erano molto profondi e distintivi. Ora è tutto più superficiale e omogeneo. In Italia certe cose giravano su videocassette VHS, quella era la crema per lo scambio culturale. Mi ricordo una volta che ero dai miei quindi prima del ’93, giro i canali e mi parte un mega documentario con Bando che parla, tutta la scena di Parigi. Lui che non si faceva riprendere in volto, telecamera puntata sulle sneaker enormi e sul cane che era una razza da combattimento. La vandal squad a Parigi aveva i cani, così si narrava nelle leggende metropolitane di noi writer, le posse scendevano con le armi in metro. Era molto pericoloso. Da collasso, non ho mai capito come potesse esser successo, quindi mega documentario registrato al volo e poi circolato per anni. Ovviamente io mega reputazione culturale ah ah con le mie quattro ricerchine. E’ spuntato poi nei commenti, lo vedete qui sono 9 minuti.

Loro poi hanno raccontato di persona la storia in questo episodio di una serie per Arte TV fatta da pochissimo. Erano i CTK, Crime Time Kings, l’Europa era tutta loro negli anni ’80. Se volete c’è un bel gruppo Facebook gestito da Mode2 con i ricordi di quel periodo.

 

 

 

Categorie:Parigi

Art School NYC – bringing it all back home

8 dicembre 2019 Lascia un commento

Vanni ha compilato un nuovo volume di una serie vintage che facciamo da 4 anni in onore all’ambiente della New York post punk e hip hop dei primi anni ’80. Secondo noi questa è la roba che ascoltavano Basquiat e Vincent Gallo. Poi dopo anche A One, che era un patito di reggae.

In questo volume c’è un po’ l’idea cosmopolita di New York al centro del mondo, dove si ascoltava magari artisti del Cameroun e del Congo come Manu Dibango e Ray Lema, ma anche lo zouk che era un po’ la disco della Guadalupa. Più i Clash, più tutta la roba dei b-boy, più la disco boogie etc etc. I volumi precedenti li trovate da questo link.

Quando son stato al MUCEM a Marsiglia avevo preparato qualche slide tra cui queste due foto che mostrano il mescolone punk rap che avevamo esplorato anche in questi mixtape ambientati qualche anno dopo circa 1985-1987. Nella prima foto i Clash con Futura 2000 (da qui), nella seconda Malcolm Mc Laren e Vivienne Westwood con chiodo borchiato e Technics 1200 (da qui), siamo nei primi anni ’80. Per i geek c’è anche una foto che circola di Joe Strummer dei Clash con Kurtis Blow e una recensione del loro concerto nel 1982 qui sul NYT. Poi da vedere questo video con un testo fondamentale di Open Culture.

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C’era anche un’altra pista che però faremo magari in un nuovo volume, partiva tutto da questo mix Celluloid quasi disco del 1984, con il chorus degli Zulu du Parigi. E voleva arrivare a tutta la scena del cosmopolitismo afro che segue da anni Hugo Mendez di Sofrito: es qui da leggere, qui da acquistare, qui da ascoltare. Erano persone che poi a Milano ci arrivavano, vedi i vari link citati qui.

Categorie:Londra, Mixtape, New York, Parigi