Archivio

Archive for the ‘Venezia Mestre’ Category

King Louie: the Singles Collection

14 gennaio 2019 Lascia un commento
Aprile 1994.
Saldamente aggrappato alla mia spalla, King Louie osservava l’isola del Lido comparire all’orizzonte.
Dopo due settimane di nebbia fittissima finalmente era comparso il sole.
Dovevo approfittarne.
Al Lido la stagione balneare doveva ancora iniziare e i Murazzi, un muro basso ma lunghissimo, erano il posto ideale dove farsi un pezzo con calma, anche a più riprese.
Fedele alleata di notte, la nebbia di giorno poteva regalare pessime sorprese. I Murazzi, che erano fronte mare, durante la mia ultima visita avevano incessantemente spurgato umidità  impedendomi di non andare oltre la traccia.
Il vaporetto tagliava impietosamente le onde generando un suono ritmico e cadenzato che accompagnava un lento riaffiorare di ricordi e riflessioni.
Uno blu cobalto, con la punta a scalpello.
Non era la prima volta che mi ritrovavo a pensare all’estate del 91. Una tra le più toste.
Non ancora maggiorenne fui costretto a trascorrere quattro interminabili mesi all’interno di un collegio fuori città.
Esperienza totalmente inutile in quanto a settembre collezionai l’ennesima bocciatura.
Tuttavia qualcosa di positivo venne comunque a galla. Nelle ore d’aria ci era consentito chiacchierare e per puro caso trovai qualcuno che di scrittura ne sapeva parecchio.
Ritornato all’ovile mi resi ben preso conto che quell’argomento superava abbondantemente i confini del semplice interesse.
Mi serviva un Edding 850.
Dicono che basti una scintilla per appiccare un incendio, ma per farlo dilagare meglio certamente della benzina può tornare utile:  proveniente da Bologna, una cisterna carica di tale combustibile venne improvvisamente scaricata in laguna qualche mese più tardi, e nulla, sarebbe mai stato come prima.
Ancora oggi ricordo il  Carnevale del 92 per il freddo siberiano che aveva attanagliato la città e per le serate in Campo S. Giacomo dall’Orio organizzate dai ragazzi del neonato C.S. Morion.
Lunedì  grasso, montano sul palco gli I.P. All Stars.
Si scatena il finimondo.
Spirito Hardcore e Cultura Hip Hop a braccetto. Roba da restarci secchi. O illuminati.
Obiettivamente la prima metà dei 90 fu veramente speciale, forse anche perché vissuta in una città che oggi semplicemente non esiste più, vittima della sua stessa ingordigia e ridotta a decadente luna park.
Venezia era ancora in salute e ai suoi giovani non mancava certo la voglia di divertirsi. Ne tantomeno all’esercito di studenti fuori sede che la frequentavano.
Punta fissa in centro e via col tour di osterie, bar e bettole varie.
Poi ci stavano le serate plus, dove tiravi il freno a mano perché ti eri portato appresso la busta della spesa ed un obiettivo da centrare.
Tasca destra il mio fedele Walkman Panasonic.
Bella parentesi le cassette. Il più delle volte gli adesivi coi titoli saltavano e ti ci voleva un po’ per renderti conto di quello che stavi ascoltando.
Tasca sinistra la macchinetta fotografica.
La foto del giorno dopo era una parte fondamentale del gioco. Affidarsi alle macchinette usa e getta, assai popolari in quel periodo, era una lotteria:  spesso s’inceppavano e non sapevi mai come sarebbe andata a finire finché non avevi in mano le foto stampate.
La mia complicata situazione scolastica aveva ormai lasciato il passo ad una inesistente, o quasi, situazione lavorativa ma non era arrivato ancora il momento di affrontare le mie responsabilità. Semplicemente mi barcamenavo per poter fare ciò che più mi piaceva e non lo nascondo, alzarsi dal letto era probabilmente la parte più dura della giornata.
Spesso mi ritrovavo a  caricare la Bialetti con le mani sporche d’argento dalla sera prima, cercando a fatica un minimo di sprint.
Un CD era già inserito nel lettore. Perfetto, non mi dovevo nemmeno sbattere a cercare nessun album in particolare. Quello che capitava andava bene comunque.
Spaccare le lettere del mio nome e ricomporre i frammenti dando vita ad un singolo monolite fu un esercizio che accompagnò una serie innumerevole di pomeriggi passati in camera. I risultati migliori venivano conservati e riprodotti outdoor alla prima occasione utile.
Lo stereo non era veramente mai spento e la luce della lampada sulla scrivania tagliava una fitta cappa di fumo. La “matita” la si usa per fumare e gli sketch si fanno con la biro.
Questo prezioso insegnamento, la cui utilità compresi appieno solo anni dopo, fece si che posacenere e cestino non fossero mai vuoti.
Anche le serate tranquille avevano sempre qualcosa da insegnare.
Riconoscere il rumore del motore di una pilotina dei blu. Memorizzare i giri delle guardie giurate e gli orari dei panifici o delle consegne dei giornali. Gioire quando come per magia le lettere slanciate dell’insegna di un locale ti suggerivano il segreto per chiudere un loop fino ad allora irrisolto.
Avevo imparato a nutrire King Louie nel contesto di una città d’arte che andava giustamente rispettata, a discapito delle serrande dei negozi, dei pontili dei vaporetti e delle impalcature dei cantieri.
King Louie andava pazzo per tutto ciò perché la mia era una maledetta scimmia golosa.
Natas.

Paradiso Perduto: Funk caribe!

30 aprile 2017 Lascia un commento

A metà anni ’90 Mace stava a Venezia, in una casa stranissima che nel minuscolo salotto aveva un pozzo medievale in pietra, si trovava in Calle o Vicolo del Trevisan. Boh… Lì praticamente sulle Fondamenta della Misericordia stava il Paradiso Perduto, uno dei pochi locali aperti fino a tardi. Fabrizio mi aveva organizzato di suonare lì e avevo una enorme valigia di dischi con l’impianto fissi a casa sua, lì dove c’era il pozzo. Una volta avevamo suonato live con un suo amico bassista, togliendo i bassi del vinile e ci andava lui sopra a braccio. Non so come facesse perché suonavo mille cose diverse, tendenzialmente non è che ci fosse proprio tutta sta selezione. Ero un po’ un wannabee del rare groove, e in effetti lo sono ancora oggi ah ah… L’altro giorno son tornato al locale e ho domandato al proprietario se mi fa suonare ancora. Gli ho creato questo sound come proposta. E’ un funk rock creolo e del caribe, primissimi ’70. Niente di speciale, un po’ piattine pulitine, molto fatto da classici e compile con un po’ di cose ravanate su Youtube. Va bene da ascoltare in sottofondo. Vanni ne ha fatto più di un volume anche lui, gli interessava il sound. Il volume 6 inizia a deviare sull’afro rock continuando il filone rock latino. Spero possa piacere anche a voi.

Categorie:Mixtape, Venezia Mestre

Slog “Colpo” sulla Nord 1996

15 giugno 2016 Lascia un commento

 

Slog 96-97 big

In diretta dalla vecchia scuola veneta, visibile sui muri e i lungolinea tra Mestre e Venezia, un bel Colpo window down di Slog175, fatto su  una carrozza EA 940 delle ferrovie nord, per l’occasione ferma in Cadorna FNM, circa 1996.
Slog mi ha fornito di millemila foto di treni e muri ma, finora, non avevo postato ancora niente di suo, qui (anche se qualcosa era già uscito su Pezzate anni fa).
Rimedio con questo treno FNM, che ha viaggiato pure sotto casa mia…