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Rocco L e il natale del 1991

24 dicembre 2020 Lascia un commento


Siccome è la vigilia di Natale 2020, dagli archivi di Trap e Pezzate vi regaliamo un ritaglio di giornale d’epoca!
Torniamo indietro di 30 anni. 29, per fare i precisetti.
E’ la vigilia di Natale del 1991 e alcuni giovani scendono in metrò, linea rossa MM1, stazione Inganni. Trovano un treno fermo e procedono a fare quello che devono fare, ma vengono notati dalle guardie giurate.
All’arrivo dei vigilanti questi scaricano il caricatore, 7 colpi nella loro direzione, colpendo il treno e il muro.
Fugone.
E’ stata la prima (ma non l’ultima) sparatoria contro dei writers che pezzavano un treno.
Poi dicono che una volta fare i treni era più facile di adesso.
Ora, potrei raccontare la storia con più particolari, ma non so se va bene a chi c’era (nel caso aggiorno il post). Volevo solo ricordare quello che succedeva ventinove anni fa, e fare una richiesta a chi legge, anche se so che è una missione impossibile.
Se avete amici, parenti, zii o nonni che lavoravano in ATM o in MM negli anni 90 e conoscevano questo Rocco L., guardia giurata probabilmente ora in pensione dato che aveva 36 anni 30 anni fa, fatecelo sapere.
Vorremmo chiedergli quello che si ricorda di quella sera dato che, gli piaccia o meno, è entrato nella storia del writing di Milano.
(Questo riquadro era uscito nel primo numero di Trap magazine, di cui uscirà a breve il pdf)

NOTA di HAD: sia la prima sia la seconda volta che avevano sparato, avevamo fatto un volantinaggio sui mezzi ATM e in zona Loreto. La prima volta anche un microfono aperto in radio. Il primo volantino lo ho visto di recente ma non saprei dove, mi ricordo che lo avevo scritto con il pennarello a punta tagliata da calligrafia e abitavo dai miei, il secondo lo vedete qui.

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Elektro e i tunnel della Metro

17 novembre 2020 Lascia un commento

Non sono riuscito a sapere la data precisa di questa pezza in banchina MM2, suppongo sia dei primissimi anni 90. La tag di Tawa vicino mi sembra quella che faceva intorno al 90-91 (con la gamba della T che si lega alla A a destra, periodo 16BC quindi, prima di 16K), per cui suppongo che.
(AGGIORNAMENTO: Pongo mi dice che c’era anche lui, ed era circa 92)
Pannellate sulle banchine della metro, negli anni 90, se ne sono viste molte. Tutte prodotte dai vari writers che sono scesi nei tunnel e nelle stazioni (e per i tunnel non mancate di leggere Buio Dentro!) nel giro dell’ultimo denennio del XX secolo, ma di Elektro è una rarità assoluta.
Ha iniziato con il B-Boying nei primi anni gloriosi del Muretto con il robot e, appunto, l’Elektro.
Come DJ, le sue cassette e compile hanno formato musicalmente una quantità di B-Boys tra gli anni 80 e 90. Molti dei primi a scendere a bombardare nei tunnel, nelle yard, o per strada, lo facevano con una delle sue cassette pompate nel walkman.
È stato uno dei pionieri nei tunnel e nelle banchine della subway milanese, ma  non essendo propriamente un writer, di solito scendeva in esplorazione o in supporto ad altri writers.
Con il pannello in foto siamo in Sant’Ambrogio, linea verde, pieno centro di Milano.
Ho recuperato una vecchia intervista di Marco Klefisch con Shad a Elektro, fatta in occasione della mostra MINAMEIS in Triennale del 2006.
Vi ripropongo un estratto, in cui parlano del periodo d’oro dei tunnel.

K. Hai scovato da solo il modo per introdurti in metropolitana? Come funzionava? In fondo, sei stato un po’ il pioniere.
E. Sì, io avevo scovato alcuni tombini che segnalavo ai writer. Prima passavo a dirlo al Muretto, perché solo quelli scendevano. Conoscevo, ad esempio, Tawa, Cano. La notizia la passavo a loro e poi la voce si diffondeva. Io ho sempre preferito andare sottoterra, il mio mondo è sempre stato là sotto. Sarà perché a me piace la solitudine e i tunnel della metropolitana erano gli unici posti dove potevo stare da solo. Conoscevo tutte le stazioni, conoscevo i passaggi per passare da una parte all’altra. Mi sono fatto una certa esperienza di quei posti. Poi accompagnavo anche i giovani a dipingere.

K. Quindi tu lo facevi a prescindere dal writing, lo facevi come esperienza di navigazione sotterranea?
E. Una specie di avventura. Passando da un tunnel all’altro, cominciavo a conoscere i rischi che i giovani non hanno mai scoperto. Per esempio, ho scoperto che nella Linea 1 bisognava stare attenti al binario in mezzo, che è pericoloso. Le linee 2 e 3 credo abbiano i cavi della corrente sopra.
S. Il primo a fare la 3 è stato Fluido, no?
E. No, io! L’ho fatta io con un altro mio amico, la prima volta. Abbiamo dipinto all’inaugurazione di Montenapoleone.
S. Allora pochissimi giorni dopo l’ha fatta Fluido in Centrale con Sky4.
E. Sì.
S. Io mi ricordo che a quei tempi, era il ’91, entravamo tutte le settimane e non riuscivamo quasi mai a finire i pezzi.

K. Questa cosa dei tunnel è interessante per capire che ci sono due tipi di approccio: quello del writing e il tuo, che è un approccio di tipo individuale. Hai incontrato altre persone che facevano questa cosa o eri l’unico? Oltre a voi, c’era altra gente che girava per la metropolitana?
E. Sì, abbiamo visto persone. Io, però, non sono mai entrato in contatto con loro. Li vedevo da lontano e prendevo un’altra direzione. Li lasciavo sempre stare. Si trattava comunque di gente povera. Mai trovato gente molto particolare, a parte gli operai della linea. Ogni tanto passava la famosa macchina gialla che controllava i binari, e c’imboscavamo, io soprattutto m’imboscavo sopra ai sistemi di aerazione: ci sono delle specie di botole e mi ci nascondevo sopra. Oppure usavo il trucco del telo: mettevo un telo sul muro.

K. L’ultima domanda è personale: perché ti piacevano i graffiti? Cosa pensavi del fatto che la gente uscisse di notte per farli? Cos’era che ti affascinava?
E. Il rischio. Non tanto l’atto vandalico, ma l’arte che ognuno esprimeva. Io, ad esempio, che ballavo il robot, avevo la dimensione del ballo, gli altri ne avevano un’altra, quella del disegno. Mi piaceva molto vedere questi grandi dipinti multicolori, allucinanti. Prima immaginavo come li facevano, poi io ho cominciato a farli, ma io a disegnare sono sempre stato negato. Sì, facevo delle scritte, ne ho fatte anche in metropolitana, però mi piaceva più seguire gli altri che disegnavano. Mi piaceva molto vedere gli altri disegnare.
K. Vedere anche l’arte del nome, dello scrivere, della calligrafia…
E. Da uno molto più bravo di me, molto più bello ecco. Ognuno ha un suo stile.

Per chi volesse ascoltare la colonna sonora del periodo, le famose cassette di Elektro, ecco qualche link.
Electro Boogie vol.1
Universal Space Robot
Disco 2000
Old School vol.1
Elektro presenta Cyrus
Elektro e Sean in Conchetta 1999
Bonus Elektro

(foto: TROMBA – approved by Elektro)

TdK Sten – Metro 1991

14 dicembre 2010 3 commenti

Dalla scatola segreta di Mask esce questo storico Tdk di Sten… Comodamente spaparanzati in banchina durante un raid sulla linea rossa, direttamente dagli anni ’90 con tanto di bomber, zaino invicta e duplicolor: Reo, Sten e Mask insieme a loro.

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