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Pusha e i Goldrake della SNIA Viscosa

Pane è qui a Milano con la sua compagna per il Salone del Mobile e per caso mi ha raccontato questa storielletta della loro crew TRV di Roma. Grazie!

Siamo nei primi anni ’90 e con la crew ci servivano posti idonei a far le nostre cose, essere liberi un po’ di sperimentare. Così, sulla Prenestina, Pusha detto Spike, con Roberto Kiashan e Koma, scoprono la fabbrica abbandonata della SNIA Viscosa. Kiashan era un nostro amico, che ogni tanto dipingeva ma faceva principalmente il palo, riparava i motorini, un tipo simpatico.

Così esploriamo un po’ la fabbrica e ci troviamo un sacco di cose, mi ricordo gli spray anti zanzare che regolarmente facevamo esplodere buttandoli nel fuoco. Giocavamo. Kiashan accende una ruspa che poi finisce nel laghetto. Cose così.

A un certo punto il posto inizia a essere usato per i rave illegali, la crew che organizzava era Hard Raptus Project. Poi in un secondo momento, verso il ’95 diventa un centro occupato. Noi diventiamo parte del gruppo, come decoratori degli spazi: qualche giorno prima del rave di Capodanno dipingiamo, su mio progetto, due murales. Uno all’esterno e uno all’interno, con il tema di Goldrake. C’erano Joe, Nico e i ragazzi del Breakout, che era un po’ la base di Hard Raptus Project.

Alla mattina, finito il rave, prendo la motocicletta e vado a casa. 45 minuti col rumore continuo della moto nelle orecchie, in giro non c’era nessuno. Praticamente non ho mai frenato. Stesso rumore, stessa tonalità per 45 minuti. Arrivo a casa, spengo e giro la chiave: niente, il rumore non si fermava. Vado a letto, non si fermava, persistente. Finché ho avuto la sensazione fortissima di un’esplosione nella testa, con una luce accecante. Mi sono dovuto alzare, mi ero spaventato quindi salgo a pranzo dai miei, per non stare da solo. A quel punto il silenzio era più assordante delle voci, un casino. Lì mi deve esser svanita qualche cellula cerebrale, dissolta in energia, tipo scissione dell’atomo.

Ultimamente sono andato alla celebrazione in memoria di Spike e Robertino Kiashan, uno degli organizzatori, mi dice che il murales è stato restaurato. Per assurdo, scopro che il restauro è di un tale che si chiama Pane come me. Questo secondo Pane non sapeva niente di me e del murales. Coincidenza assurda.

La scheda di presentazione del documentario, la trovate qui. Un bellissimo pezzo sulla scena romana tra rap e rave, dove sono citati i TRV, lo leggete qui su Vice.

Categorie:Roma
  1. Stefano Monfeli
    20 aprile 2024 alle 7:42 am

    Sta storia del suono in testa alla fine è diventata publica! 🙂

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